Il carretto siciliano (in siciliano carrettu) è un mezzo a trazione equina adibito al trasporto merci, in uso in tutto il territorio siciliano dal XIX secolo fino alla seconda metà del XX secolo, quando divenne obsoleto a causa della crescente motorizzazione del lavoro nelle campagne. Costruito con diverse qualità di legno, spesso fregiato da intagli bucolici e sgargianti decorazioni pittoriche, al giorno d'oggi è divenuto oggetto d'arte
Il folklore siciliano è suggestivo, fantastico e ricco. Pensiamo al carretto siciliano, ai paladini francesi, al “ciaramiddaru” che gonfia la zampogna durante le novene natalizie, al “marranzano” lo scacciapensieri con il suo strano suono, ai vivaci colori dei costumi tradizionali e ai canti, alle leggende, ai racconti e ai proverbi. Ma anche ai piatti tipici preparati in occasione degli eventi speciali religiosi, alle feste barocche dei santi protettori e a quelle profane dei paesi con balli, musica, fuochi artificiali e decorazioni luminose. Tra queste, e sono solo alcune, la Cravaccata di Geraci, il Festino dedicato a Santa Rosalia a Palermo, la festa
dell’Annunziata a Trapani, la festa di Santa Lucia a Siracusa, la festa di Sant’Agata a Catania, la festa dei giudei a San Fratello e della Cordella a Petralia Sottana, il Carnevale di Acireale, il Ballo dei diavoli a Prizzi, la Festa di san Vito a Mascalucia.
Storia dell’ Opera dei Pupi L’ Opera dei Pupi è un particolare tipo di teatro delle marionette che si affermò stabilmente nell’Italia meridionale e soprattutto in Sicilia tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. I pupi siciliani si distinguono dalle altre marionette essenzialmente per la loro peculiare meccanica di manovra e per il repertorio, costituito quasi per intero da narrazioni cavalleresche derivate in gran parte da romanzi e poemi del ciclo carolingio.