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Copy of L’occhio: una finestra aperta al mondo

occhio

PRESENTATION OUTLINE

L’occhio:
una
finestra aperta
al mondo

Photo by b3by

In un mondo pieno di luce e di immagini, l’apparato visivo, vero e proprio capolavoro di complessità e di funzionalità, permette di metterci in stretto contatto con l’ambiente esterno, dandoci la capacità di vedere, osservare, conoscere.
Le immagini che pervengono sul fondo dell’occhio, piatte e capovolte, il nostro cervello riesce a darci una visione sorprendentemente nitida, dritta e tridimensionale. Anche la percezione dei colori, la capacità di sognare e di pensare a delle immagini sono possibili grazie agli occhi.

Photo by Esparta

Anatomia dell’occhio umano Tutto iniziò con una cellula sensibile alla luce, in grado di capire la differenza tra chiaro e scuro. L’avventura dell’occhio nell’universo dell’evoluzione ha infatti inizio circa 800 milioni di anni fa. Da questa cellula sarebbero derivati, nel corso di oltre 400 mila generazioni, tutti i dispositivi visivi attualmente in dotazione agli esseri viventi, compreso l’uomo. Ogni animale ha poi sviluppato metodiche di visione diverse, in base alle proprie esigenze.

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Photo by Laura B. Dahl

Il meccanismo della visione, come e perchè vediamo

Gli esseri umani sono una specie altamente dipendente dal senso della visione, ed usano gli occhi costantemente per valutare il mondo circostante.
Con occhi rivolti in avanti come gli altri primati, usiamo la visione per percepire quei molti aspetti dell’ambiente che sono lontani dal nostro corpo

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Photo by fu_chy

La luce è una forma di energia radiante costituita da un insieme di piccole particelle energetiche chiamate quanti o fotoni. Trattandosi di una radiazione elettromagnetica, è costituita da onde con diversa lunghezza, frequenza ed ampiezza; quando la lunghezza d’onda risulti compresa tra 400 e 700 nm, la luce può essere rilevata dal nostro sistema visivo rientrando nello spettro delle radiazioni visibili.

Il fenomeno della visione ha inizio quando la luce, a contatto con la retina, viene trasformata in impulso elettrico, quest’ultimo viaggia lungo le vie ottiche fino ad arrivare alla corteccia occipitale dove viene convertito in punti immagine. Compito essenziale, quindi, è svolto dalla retina, che rappresenta il primo stadio dell’analisi della luce stessa, in cui è possibile distinguere tre piani funzionali: un piano di percezione e due di trasmissione.

Il piano di percezione è composto dai cosiddetti fotorecettori, cellule sensibili alle radiazioni luminose, rappresentati dai coni e dai bastoncelli, ripartiti in modo ineguale nella retina.

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Photo by labguest

A livello della fovea sono infatti presenti esclusivamente coni, progredendo verso la periferia i bastoncelli diventano invece più numerosi. I bastoncelli, insensibili ai colori, sono responsabili della visione notturna (visione scotopica), i coni, invece, sono responsabili della visione dei colori e risultano sensibili ad illuminazione piuttosto intensa (visione fotopica). Entrambi convertono l’energia luminosa in variazione del potenziale di membrana: infatti quando la luce colpisce la retina, i fotorecettori vanno incontro ad iperpolarizzazione conseguentemente all’assorbimento di radiazioni elettromagnetiche da parte del fotopigmento localizzato nella membrana del segmento esterno dei fotorecettori stessi.

Lo stimolo visivo quindi, dopo aver stimolato i fotorecettori retinici , viene veicolato attraverso il nervo ottico, il tratto ottico, il corpo genicolato laterale e le radiazioni ottiche di Gratiolet.

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Photo by Reigh LeBlanc

A questo punto l’impulso raggiunge la corteccia visiva, localizzata nei lobi occipitali e costituita da un’area visiva primaria (area 17) e aree visive secondarie (area 18 e 19) in stretta connessione tra loro. In tale sede l’impulso elettrico viene assimilato e processato, formando le immagini che percepiamo nella nostra quotidianità.

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Photo by Mal Cubed

Difetti della vista
Il nostro sistema visivo funziona più o meno come una cinepresa. La messa a fuoco è assicurata dall'insieme di due lenti naturali, la cornea ed il cristallino, che rappresentano l’obiettivo e l'oculare; tra le due lenti agisce l'iride, l'anello colorato che delimita la pupilla al centro e che, come il diaframma automatico della telecamera, regola la quantità di luce che entra dentro l'occhio.

Miopia
La miopia è il difetto visivo più frequente nella nostra Penisola così come in tutto il mondo occidentale; circa un abitante su quattro ha difficoltà di visione per lontano; gli oggetti distanti appaiono tanto più indistinti e annebbiati quanto maggiore è l'entità del difetto. La miopia si misura in diottrie; si parla di miopia lieve quando il difetto è inferiore a 3-4 diottrie, di miopia media o medio-forte sino a 8-9 diottrie, di miopia elevata al di sopra di questi valori. Si tratta in generale, di una condizione dovuta ad un'aumentata lunghezza dell'occhio oppure ad una eccessiva curvatura della cornea o del cristallino.

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Photo by haglundc

Presbiopia
Cinque milioni di italiani sono affetti da ipermetropia e sono obbligati all’uso di occhiali o di lenti a contatto per vedere bene e svolgere le comuni attività quotidiane in maniera confortevole almeno dal punto di vista visivo. L'occhio ipermetrope è troppo corto. I raggi incidenti convergono in un punto dietro la retina, e qui si forma l'immagine, che viene percepita come annebbiata. L’ipermetrope vede male da vicino (e anche da lontano) ma, entro certi limiti, fino ad una certa età, compresa fra 35 e 40 anni, è spesso possibile continuare a vedere bene, poiché il cristallino è ancora capace di adattarsi. La capacità di adattamento del cristallino si chiama anche accomodazione.

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Photo by kevin dooley

Astigmatismo
In Italia gli astigmatici sono circa 3 milioni; molti di questi sono contemporaneamente anche miopi o ipermetropi. L'occhio astigmatico non è né troppo lungo né troppo corto. Nell’astigmatismo la cornea, la parte più anteriore dell’occhio, invece di avere una conformazione di tipo sferico ha più alla forma di un uovo, è cioè più curva in alcuni settori e meno in altri. L'immagine si forma contemporaneamente davanti e dietro la retina. Poiché sulla retina giunge un'immagine deformata, il soggetto percepisce un'immagine più o meno annebbiata.

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E’ necessario ricorrere a diverse precauzioni e a diversi accorgimenti per difendere i nostri occhi il più possibile da danneggiamenti o malattie. Riassumiamo le principali:
• Scrupolosa pulizia degli occhi lavandoli spesso con cura per evitare infezioni alle palpebre che potrebbero propagarsi poi a tutta la congiuntiva;
• Occhiali da sole per attenuare il riflesso accecante della luce in estate o in alta montagna;
• Evitare di sfregare gli occhi con le mani, specie se non sono perfettamente pulite;
• Instillare qualche goccia di collirio nel caso penetri nell’occhio un corpo estraneo o qualche piccolo insetto. Per estrarre delicatamente il corpo estraneo utilizzare l’angolo piegato di una garza sterile inumidita. Se persistono bruciore, dolore o lacrimazione rivolgersi al medico;
• Leggere a distanza di 20 – 25 cm libri o giornali per evitare sforzi eccessivi per gli occhi;
• Disporre la sorgente luminosa dietro le spalle e mai davanti agli occhi per evitare riflessi fastidiosi che possono essere dannosi per gli occhi;
• In caso di trauma accidentali quali il contatto con acidi, sostanze corrosive o schegge di legno o di ferro, è indispensabile irrorare l’occhio con abbondante acqua fresca e coprirlo con garze sterili e rivolgersi al Pronto Soccorso più vicino.

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