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Autori Primo Rinascimento

Published on Nov 18, 2015

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PRESENTATION OUTLINE

Rinascimento
Brunelleschi,Donatello,
Ghilberti

Photo by asbruff

Filippo Brunelleschi (1377-1446), è stato sicuramente l’artista che più di ogni altro ha contribuito alla nascita dell’arte rinascimentale. Egli fu un uomo di grande genialità, a cui si deve sia la scoperta della prospettiva sia la definizione del nuovo linguaggio architettonico rinascimentale. In pratica, è lui che più di ogni altro ,riesce a dare le coordinate del nuovo sentire artistico: un sentire che si basa sulla razionalità di matrice umanistica ma anche di matrice matematica. In un’epoca in cui scienze umane e scienze matematiche non avevano ancora divaricato le loro strade, l’umanesimo di Brunelleschi non era semplicemente letterario, ma soprattutto l’applicazione della razionalità al fare.

Da Firenze,il movimento si propaga velocemente nelle corti di tutta la penisola che,spinte dal gusto del bello,si contendono i servigi e le opere dei più importanti artisti del tempo. Del resto, tutta la sua opera, sia artistica e architettonica, sia teorica, può essere letta come una ricerca matematica: ricerca di relazioni geometriche, di rapporti matematici, di leggi fisiche e meccaniche. Da questa sua grande razionalità di pensiero dovevano scaturire le soluzioni ad alcuni dei grandi problemi artistici del tempo.

Photo by KatJaTo

La sua attività di artista iniziò come orafo e scultore. Una delle sue prime opere note è la formella con la quale partecipò al concorso, indetto nel 1401, per la realizzazione della seconda porta di bronzo del Battistero di Firenze: questa formella viene oggi simbolicamente assunta come il punto d’inizio dell’arte rinascimentale. Come è noto il concorso fu vinto da Lorenzo Ghiberti. Ma il Brunelleschi aveva ben altre potenzialità: fu egli infatti a proporre la soluzione alla costruzione della cupola su Santa Maria del Fiore. Ebbe quindi la committenza per quella che sicuramente era la maggiore opera del tempo, opera che egli ha mirabilmente realizzato nel corso di tutta la sua vita (alla sua morte alla cupola mancava solo la lanterna: costruttivamente era quindi completa).

Photo by Gaspa

La realizzazione della cupola spostò i suoi interessi sull’architettura. Nel 1417 aveva iniziato la progettazione della cupola. Nel 1419 progettò il prospetto dell’ospedale degli Innocenti a Firenze: questa facciata si distacca in modo totale dal linguaggio gotico allora praticato, creando da zero, in maniera già completamente matura, il nuovo stile architettonico del Rinascimento.

Photo by kyz

Sempre nel 1419, il Brunelleschi iniziò la progettazione della chiesa di San Lorenzo e un decennio dopo progettò la chiesa di Santo Spirito: due edifici che crearono un’immagine totalmente inedita degli edifici religiosi. Nello stesso periodo realizzò due piccole costruzioni, che costituiscono esempi mirabili della sua concezione geometricamente perfetta dell’architettura: la Sacrestia vecchia di San Lorenzo e la Cappella dei Pazzi.

Photo by profzucker

Con queste sue opere architettoniche egli rivoluzionò completamente il concetto del fare architettura. Le sue costruzioni non nascono con quel principio di sommatoria, potenzialmente illimitata, delle costruzioni romaniche e gotiche: i suoi edifici sono, da un punto di vista geometrico, delle forme perfette. Ad esse nulla può essere aggiunto o tolto senza rompere irrimediabilmente un equilibrio che l’architetto aveva studiato prima della realizzazione concreta dell’opera. Con Brunelleschi abbiamo, quindi, per la prima volta, il primato del progetto sulla realizzazione.

Ma se ciò fu possibile al Brunelleschi fu anche perché egli fu il primo a scoprire la prospettiva. La data di questa scoperta viene di norma collocata intorno al 1413. Questa tecnica, che segna un radicale punto di svolta nella pittura del tempo, in realtà era, ed è ancora oggi, uno strumento progettuale molto potente e raffinato nelle mani di un architetto. Con la prospettiva, e la geometria descrittiva che essa presupponeva, gli architetti impararono a disegnare e, quindi, a controllare in maniera totale il risultato finale della loro progettazione solo e soltanto in fase ideativa.

Photo by jurvetson

Ciò rivoluzionò il modo di fare architettura, ma rivoluzionò anche il risultato finale dell’attività architettonica. Da questo momento il valore formale di un edificio prese il primato sui problemi squisitamente costruttivi e ciò determinò una ricerca formale, basata sulle forme geometriche, prima del tutto assente nell’architettura.

Photo by rocor

Donatello (1386-1466), il cui vero nome era Donato di Niccolò di Betto Bardi, è stato sicuramente il principale scultore italiano del XV secolo, creando con la sua opera un percorso straordinario: egli è stato il protagonista della nascita della scultura rinascimentale ma anche colui che riuscì a indicarne le vie di superamento. La sua cultura figurativa, infatti, rimase costantemente in bilico tra perfezione formale (di matrice decisamente rinascimentale) e valenze espressionistiche (che ritroveremo soprattutto nella scultura post-rinascimentale). La sua lunghissima attività, che lo portò ad operare in diverse città italiane, iniziò a Firenze, ove egli era nato, a contatto con i maggiori artisti del tempo. Nel 1403 era tra gli aiutanti del Ghiberti per la realizzazione della second…

Photo by ell brown

Nel 1408 compì un viaggio a Roma, probabilmente in compagnia del Brunelleschi, che gli servì a conoscere meglio l’arte classica il cui esempio era indispensabile per creare la svolta dal gotico al rinascimento. Dopo questa data troviamo le sue prime opere: il «David» marmoreo del Museo del Bargello a Firenze, il «San Giovanni Evangelista» conservato nel Museo dell’Opera del duomo di Firenze, il «San Marco» per Orsanmichele. In esse ritroviamo ancora elementi tardo gotici, come le valenze decorative lineari dei panneggi, ma il controllo delle masse è già di gusto decisamente rinascimentale.

Photo by rjhuttondfw

Nel 1416 realizzò una delle sue opere più importanti: la statua di San Giorgio per Orsanmichele. La scena del «Combattimento con il drago», che orna il basamento, è il primo esempio di prospettiva dell’arte rinascimentale. Da ricordare che fu proprio tra il 1413 e il 1415 che Brunelleschi aveva elaborato la sua teoria sulla prospettiva. Donatello fu quindi il primo ad utilizzare in campo figurativo la nuova scoperta, anche se fu solo dopo alcuni anni dopo che diede in questo campo le sue prove migliori: tra il 1423 e il 1427 realizzò il rilievo bronzeo per il fonte battesimale di Siena raffigurante il «Convito di Erode» e nel 1427 realizzò il rilievo con l’«Assunzione della Vergine» per la tomba del cardinal Brancacci in Sant’Angelo a Nilo a Napoli.

Photo by FlavioCDC

Con queste opere Donatello mise a punto un’altra delle sue tecniche preferite, quella dello «stiacciato»: con questo termine indichiamo un bassorilievo molto «basso», con figure e forme che emergono solo di pochi millimetri dal piano di fondo. Lo stiacciato, in fondo, è un’immagine più che una forma: per esso quindi la tecnica della prospettiva appare utilissima per dare il senso della profondità che altrimenti sarebbe impossibile da creare.

Photo by br1dotcom

Tra il 1418 e il 1435 realizzò quattro figure di Profeti per il campanile del Duomo di Firenze, in cui più evidente è la sua ricerca di effetti espressionistici. Tra il 1430 e il 1433 fu a Roma dove scolpì il «Tabernacolo del Sacramento» in San Pietro e la lastra tombale di Giovanni Crivelli in Santa Maria in Aracoeli. Tornato in Toscana eseguì altri notevoli capolavori: il pulpito esterno del Duomo di Prato, la «Cantoria» del Duomo di Firenze, il «David» di bronzo del Bargello e l’«Annunciazione Cavalcanti».

Photo by radiowood

Fu un decennio di grande attività nel quale Donatello lavorò anche alla decorazione della Sacrestia Vecchia di San Lorenzo del Brunelleschi. Nel 1443 si trasferì a Padova, dove trascorse un altro decennio di intensa attività. In questo periodo realizzò una delle sue opere più celebri: il monumento equestre del Gattamelata. Numerose furono anche le opere che realizzò per la Basilica di Sant’Antonio.

Photo by calafellvalo

Tornato a Firenze intorno al 1453, l’artista, che ha un’età di sessantasette anni, realizzò ancora diversi capolavori, prima di morire all’età di ottant’anni: il gruppo bronzeo di «Giuditta e Oloferne», il «San Giovanni» bronzeo del duomo di Siena e soprattutto la statua lignea della Maddalena per il battistero di Firenze, che segna forse il punto più dissonante rispetto all’arte rinascimentale che egli stesso aveva contribuito a creare.

Photo by mberry

Lorenzo Ghiberti (1378-1455) fu scultore e orafo e ha legato il suo nome soprattutto alla realizzazione delle porte di bronzo del Battistero di Firenze. Significativa è stata la sua affermazione, avvenuta nel concorso bandito nel 1401, al quale parteciparono anche Jacopo della Quercia e Filippo Brunelleschi. La scelta caduta su di lui dimostra come la cultura del tempo era ancora orientata su parametri stilistici tardo gotici.

Ma la vita e l’evoluzione artistica del Ghiberti è stata molto complessa, partecipando anch’egli alla nascita dell’arte rinascimentale, se non altro per la vicinanza che avuto con Filippo Brunelleschi e Donatello, i veri innovatore dell’arte fiorentina in quegli anni. In particolare contribuì anch’egli al gusto archeologico di riscoperta dell’antico, e cercò, seppure in maniera incerta, di introdurre la prospettiva nelle sue immagini.

Photo by nedrichards

La maggior parte della sua attività è ruotata intorno alle due porte realizzate per il Battistero fiorentino. Dopo il concorso, vinto nel 1401, è stato impegnato nella realizzazione della sua prima porta fino al 1424. L’anno successivo gli fu commissionata l’altra porta, quella detta «del Paradiso», che pose in opera solo nel 1452, pochi anni prima di morire.

Photo by -Marlith-

Ma accanto alla porte, per le quali ha lavorato ben cinquant’anni, ha realizzato altre opere di notevole importanza, quali tre statue in bronzo per le nicchie esterne di Orsanmichele, il fonte battesimale di Siena, nonché, sempre per il duomo fiorentino, l’Arca dei Tre Martiri e l’Arca di San Zanobi. Fu anche scrittore di cose d’arte, redigendo tre libri, i «Commentari» (l’ultimo incompiuto), nei quali per primo trattò la storia dell’arte italiana, partendo da Giotto e trattando delle maggiori personalità artistiche del Trecento e Quattrocento.

Photo by Roby Ferrari