SCOMPAGNATO
La filosofia dello spaiato o scompagnato, ovvero quella che racconta di stoviglie, mobili, posate, stoffe, tappeti dove una cosa - potrebbe commentare qualcuno- non ci azzecca con l'altra. Lo stile eclettico, insomma, che sa di collezionismo e nomadismo culturale. Io lo adoro da sempre, da quando ho iniziato a viaggiare e a portare a casa dai paesi che visitavo, oggetti di ricordo. I cosiddetti souvenir, ma non sotto forma di cartoline e palle di neve (non solo in questa forma a dire il vero… perché di palle di neve ne ho una collezione intera portata a Pantelleria a casa dei miei) bensì in forma di piatti, stoffe, poster, quadri, vasi, mortai, posate, scope, mobili e anche letti. Durante il mio viaggio in Brasile a fine anni Ottanta scoprii la cultura giapponese e qualche mese dopo, quando andai a Berlino per la prima volta, nel 1987, mi feci spedire a San Lazzaro, dove allora abitavo, un futon.
Per anni ho coltivato questa passione e quando ho trovato tracce di questo nel lavoro di India Mahdavi e Sibella Court, sono impazzita dalla felicità. Ora questa filosofia c'è chi inizia ad applicarla nei locali. Il che è un po' il corrispettivo nel design di quel che la fusion è nella cucina.
(qui accanto un'immagine della Franceschetta 58 di Modena)